Continua il viaggio di Zonalocale alla scoperta di castelli e palazzi storici del nostro territorio. Un viaggio che vuole fare il punto della situazione – più che una mera narrazione storica – su come questi beni architettonici patrimonio della collettività vengono oggi utilizzati – o non utilizzati – e quali potenzialità possano avere nel futuro. Questa settimana siamo stati a Casalbordino.
La storia. Sono diversi i palazzi che, nel corso dei secoli, hanno impreziosito il borgo di Casalbordino come palazzo Magnarapa, palazzo De Januario, casa Sanese Lemme o palazzo Galante. Il patrimonio comunale oggi può contare su Palazzo Furii, maestosa costruzione che occupa un’ampia porzione di centro storico tra via Mattonata – dove c’è il portone d’ingresso principale, sormontato dalle iniziali AF, probabilmente Antonio Ferrante – e via Orientale. È una costruzione ottocentesca che nasce come Palazzo Ferrante, dalla famiglia che ne era proprietaria e qui vi abitava. Il palazzo ha un massiccio corpo a più piani – e con una sostanziosa dotazione di stanze – che culmina nella torretta da cui si può godere di un panorama davvero unico che arriva al mare e permette di osservare un’ampia porzione di territorio.
Il palazzo ha un altro corpo – di tre piani – proteso verso via Orientale. Sorgendo lungo quella che un tempo era la via principale del paese – come testimoniato dagli imponenti palazzi che vi sorgono – Palazzo Ferrante era uno scrigno di tesori andati però persi con il tempo e di cui oggi si può solo intravedere la bellezza da ciò che rimane su pareti e soffitti. Nel secolo scorso ci sono state le evoluzioni che hanno portato il palazzo a cambiare nome e poi divenire pubblico. Agli inizi del ‘900 arrivò a Casalbordino come domestica, da Torricella Sicura, dove era nata nel 1907, Teresa Furii. “Alla morte di Donna Onorina (1954) e della sorella Donna Teresina Ferrante (1955) le proprietà furono cedute con atti di donazione alla Badia Benedettina ad eccezione del palazzo di via Mattonata, ceduto alla domestica Teresa Furii”, scrive Antonio Presenza nel suo libro Don Teodorico Lanza, capitano della guardia nazionale. “La Furii, pur rimanendo proprietaria del palazzo, rientrò a Teramo dove vi rimase fino alla morte (11 luglio 1989). Il palazzo, dopo il trasferimento della famiglia Ferrante, fu adibito fino alla metà degli anni ’60 a scuola di avviamento professionale e successivamente, dopo un periodo di totale degrado e abbandono, fu venduto dagli eredi agli inizi degli anni ’80 al Comune di Casalbordino”. Ed è lì che, quello che ormai aveva preso il nome di Palazzo Furii, divenne un bene della comunità casalese.
Il presente. È stata l’amministrazione guidata da Giovanni Tiberio, all’inizio degli anni duemila, a riaprire le porte di una porzione del palazzo, quella costeggiata da via Orientale, dopo la ristrutturazione del piano terra. Dopo un passaggio come sede della Croce Rossa, ora i locali al piano terra di Palazzo Furii sono utilizzati come spazio culturale, vocazione che gli amministratori casalesi vogliono rafforzare e ampliare. Oltre alle prove della banda, le stanze sono usate per mostre, presentazioni e convegni. L’uso a scopo culturale si estende anche all’esterno, in piazza Papa Giovanni XXIII – chiamato anche Largo Palazzo Furii – dove non mancano le occasioni, durante l’estate, per proporre eventi musicali e culturali.
Il futuro. L’uso di questo storico e imponente palazzo si divide tra possibilità concrete e sogno. La parte chiusa da tempo, quella a cui si accede da via Mattonata, non è evidentemente in buone condizioni, come si può vedere dalle foto scattate nei giorni scorsi. La struttura è in sicurezza e non dovrebbe presentare problemi di staticità. Ma gli interni – eccezion fatta per la parte inferiore in via Orientale – sono distrutti. In qualche stanza restano sui soffitti i decori di un tempo che fanno intuire come dovesse essere bello e affascinante questo palazzo negli anni del suo splendore. Riportare palazzo Furii “in vita” sarebbe un’operazione complessa e costosa ma che darebbe a Casalbordino un luogo da poter utilizzare in tanti modi. Per ora bisognerà accontentarsi di quello che si può fare con le poche risorse a disposizione nelle casse comunali – o magari con qualche finanziamento -. Il progetto su cui si sta lavorando è la realizzazione di un Museo Civico con “reperti autentici sulla storia e le tradizioni di Casalbordino”. Si continuerà a seguire “la strada di far diventare palazzo Furii uno spazio dedicato alla storia del nostro territorio e alla cultura”, dice l’assessore Carla Zinni.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Il castello di Palmoli
Il castello di Roccascalegna
Le Torri Montanare di Lanciano